Giovedì, 6 Marzo 2008
ANNONE VENETO - Sulla ferrovia Motta-San Vito
La pista ciclabile fa i conti con le biodiversità

Annone Veneto
Che sia interdisciplinare la progettazione del recupero a pista ciclopedenale delle ferrovia dismessa. Per il naturalista Michele Zanetti la ferrovia abbandonata Motta di Livenza-San Vito, dopo quarant'anni di "abbandono", si è trasformata in "un importante giacimento di biodiversità naturale conservato come foresta lineare" ed è quindi necessario per la progettazione non affidarsi solo ai professionisti edili. D'altra parte per l'ingegner Enrico Marin di Acque del Basso Livenza il sedime dell'ex ferrovia è una importante opportunità per la posa di sottoservizi a basso costo e rischio. Al convegno organizzato dal Comune "La linea ferroviaria Motta di Livenza-San Vito al Tagliamento e la sua trasformazione in pista ciclopedonale", in occasione della prima giornata nazionale delle ferrovie dimenticate, proclamata da Comodo (Confederazione per la Mobilità Dolce), sono emersi aspetti di grande interesse, ma anche problematici rispettto all'aspetto evidenziato da Zanetti. "Potrebbe essere il classico bastone tar le ruote", ha detto l'assessore Amalia Ruzzene, coordinatrice del dibattito. Zanetti comunque è partito dall'esperienza del recupero della linea Ostiglia-Treviso, dove per difendere la "biodiversità" è sorto un comitato. E ancor più preziosi del patrimonio naturale formatosi lungo i binari in quarnt'anni, sarebbero, a parere del naturalista, i "triangoli morti" di campagna creatisi lungo la ferrovia al momento della sua costruzione.

"Se infatti sul sedime ferroviario - ha detto Zanetti - ci sono tanti rovi, che comunque non sono piante così banali e inutili come comunemente si pensa, è all'interno dei cosiddetti angoli morti derivati dall'essere la ferrovia una struttura lineare rigida che non può seguire in modo preciso le proprietà a suo tempo espropriate per realizzarla, che hanno trovato rifugio le piante presenti nella campagna veneta cento anni fa. Lungo la foresta lineare rappresentata attualmente dalla ferrovia Motta-San Vito è conservato una importante testimonianza di piante un tempo presenti e ora pressochè scomparse dalla nostra campagna. Vicino ad Annone in particolare si sono farmati boschetti, piccole paludi e prati stabili ondulati che sono una verà rarità. E proprio per poter conservare e valorizzare questo patrimonio di biodiversità che è necessario pensare ad una progettazione interdisciplinare del recupero della ferrovia e non affidarla solo agli ingegneri edili".

Da parte sue l'ingegnere Marin ha spiegato l'opportunità offerta dall'ex ferrovia per la posa in sicurezza ed economia della nuova condotta principale dell'acquedotto ed altri sottoservizi, come i cavi telefonici o linee elettriche"

Maurizio Marcon