Domenica, 18 Dicembre 2005 |
La rivoluzione delle due ruote. Ecco il Biciplan |
Raddoppio delle piste ciclabili: da 48 a 97 chilometri. Un investimento di 13 milioni e mezzo di euro in 5 anni |
"E' la rivoluzione del buon
senso" - spiega Massimo Cacciari ed è la scommessa delle scommesse
della sua Giunta per quanto riguarda la Terraferma. Perchè punta a
convincere i mestrini che andare in bicicletta è solo una questione
di buon senso. Di farsi furbi. Perchè la bicicletta è comoda, è divertente,
permette di far presto e fra un po' sarà anche estremamente sicura
dal momento che il primo impegno dell'assessore alla Mobilità, Enrico
Mingardi, è quello di collegare tutti i pezzetti di pista ciclabile
- adesso sono 50 chilometri, diventeranno 97 entro cinque anni - costruendo
così una rete di piste in grado di portarci da Chirignago a Favaro
senza soluzione di continuità. E' un impegno da 13 milioni di mezzo
di euro da spendere in cinque anni e segna la svolta definitiva in
tema di mobilità perchè non si parla più di piste ciclabili ma di
"Biciplan" e cioè di un vero e proprio piano di mobilità su due ruote.
Ed è come dire che anche per le biciclette si presenta un vero e proprio
mega-piano, come si farebbe per la tangenziale, segno evidente che
la bicicletta per la prima volta assume un'importanza mai vista prima
nei piani di lavoro dell'Amministrazione comunale. Che questa sia
una rivoluzione lo dice anche il modo in cui è stato presentato il
Bici-plan ieri mattina in Municipio a Mestre, con la presenza anche
della II. A del Liceo Morin assieme agli assessori Mingardi, Vecchiato,
Miraglia, Fincato e al sindaco Massimo Cacciari. Che, tra parentesi,
è un esperto e un appassionato ciclista e ieri mattina si è lanciato
in una intemerata contro l'auto. "La bicicletta è il mezzo fondamentale
per rendere vivibile la nostra città. Non è il toccasana, ma uno degli
strumenti essenziali. E poi è il mezzo ideale nell'area urbana, dove
ci si muove per piccoli tratti. Lo dico soprattutto a voi giovani,
che girate con le vostre infernali motorette, che inquinano più di
un camion: andate in bicicletta. Questa è la battaglia culturale che
dobbiamo fare tutti insieme, questa è la rivoluzione culturale, la
rivoluzione del buon senso". E che si tratti anche di questo e cioè
di far cambiare le abitudini, lo sa bene Mingardi che infatti investe
250 mila euro nella promozione della mobilità in bicicletta. Vuol
dire far passare il messaggio che non è furbo chi va in macchina e
non è nemmeno "figo", semplicemente è uno che preferisce passare 6
anni della sua vita chiuso in auto invece che spostarsi rapidamente
e senza problemi. Solo che la bicicletta è ancora sinonimo di povertà
e ricorda la vecchiaia, tant'è che solo sopra i cinquant'anni si trova
facilmente chi va in bici. E invece bisogna cominciare dalle scuole
elementari o materne addirittura a spiegare quanto sia importante
vivere bene la città. Lo hanno fatto anche i bambini di Viale San
Marco - ha ricordato l'assessore Annamaria Giannuzzi Miraglia - che
per un giorno hanno convinto i genitori a farsi portare a scuola a
piedi. A manina, come si faceva una volta. Ed è un modo di riappropriarsi
della città, di viverla senza paura. Mingardi vuole, attraverso una
campagna pubblicitaria, far passare l'idea che la bicicletta sia lo
status symbol della libertà. Sarà dura dal momento che continuiamo
ad avere un amore spropositato per l'automobile, ma un po' alla volta
ci si convincerà che l'auto è una comodità, ma non in città. Intanto
si comincia. Il Bici-plan prevede 16 autostrade ciclabili dalla periferia
al centro. L'obiettivo, come hanno spiegato Roberto Di Bussolo e Antonio
Dalla venezia è di riuscire a passare dall'8 per cento di mestrini
che usano la bici per gli spostamenti al 20-25 per cento, che è la
media che ha Bolzano, una città che dal punto di vista climatico ha
di sicuro qualche problema in più di Mestre.
Maurizio Dianese |