Domenica, 23 Ottobre 2005

SAN DONÀ
Piste ciclabili, per "ll Ponte" sono poche e fatte male

"La viabilità cittadina deve essere alla portata dell'uomo e non delle automobili". Ad affermarlo è Paolo Madeyski, presidente del movimento di opinione per la città il Ponte, che torna alla carica sulle piste ciclopedonali, argomento caldo che, nei giorni scorsi, ha interessato anche l'associazione Vivilabici che aveva mosso alcune critiche su viabilità e salvaguardia della salute. "Nel Sandonatese - ha detto Madeyski - non sono tanti i percorsi in cui i cittadini possono sentirsi sicuri. Le piste a disposizione dei ciclisti, in particolare, sono poche e insicure. I ciclisti, infatti, sono costretti ad affrontare quasi dei percorsi ad ostacoli, con divieti, stop, interruzioni, pannelli pubblicitari e pedoni. Le piste dovrebbero recare indicazioni di precedenze per garantire la sicurezza. La bicicletta dovrebbe rappresentare un' alternativa alla macchina. Il ciclista ha dei doveri ma anche il diritto e il piacere di muoversi fuori della giungla della automobili. E qui sta il punto che il nostro movimento vuole mettere in luce a difesa del cittadino e della sua salute. San Donà, quest'anno, ha già superato per 122 volte la soglia di inquinamento consentita e il limite di normale tollerabilità è fissato a 40. Ma c'è di più - aggiunge Madeyski - le piste ciclopedonali costruite non garantiscono la sicurezza. L' impressione è che sono state spostate le biciclette nelle piste ciclopedonabili per non disturbare le macchine e non per garantire al cittadino di muoversi in sicurezza e in clima più salubre. Abbiamo assistito alla creazione di piste nel posto dove prima c'era il marciapiede (ad esempio in via Nazario Sauro). Così si è creato un problema ai pedoni che transitano insieme ai ciclisti ma si è anche ristretta la strada, rendendo sconsigliabile ai ciclisti percorrere la carreggiata, diventata pericolosa".

Davide De Bortoli