Domenica, 26 Settembre 2010
Il progetto è sbagliato
Stop al disboscamento
Il comitato tecnico della Provincia boccia il taglio degli alberi
lungo le sponde del Piave. «Vanno tolti solo quelli malati»

SAN DONÀ DI PIAVE - Dietrofront, non è necessario il taglio indiscriminato degli alberi lungo il fiume Piave. Devono essere eliminate esclusivamente le piante morte, malate, inclinate ed incombenti sul fiume, che si trovano lungo le fasce delle rive per evitare che, in occasione di piene, vengano trascinate dalla corrente e vadano a fermarsi in corrispondenza dei ponti, ostruendo il deflusso dell'acqua.
Sono queste alcune anticipazioni sulle conclusioni a cui è giunto il comitato tecnico-scientifico istituito nell'aprile scorso dalla Provincia proprio per valutare i lavori di manutenzione della golena fluviale decisi dalla Regione, dopo la coralità di proteste di comitati cittadini e associazioni che contestavano il completo disboscamento delle sponde del Piave. E non basta, perché si chiede di effettuare specifiche indagini, con una mappatura delle piante morte o malate senza limitare l'intervento al Sandonatese, ma estendendolo da Ponte di Piave fino alla foce.
Proprio in seguito alla sollevazione suscitata dal taglio degli alberi, in primavera i lavori erano stati sospesi ed avrebbero dovuto riprendere in questi giorni. Finora, però, l'intervento di disboscamento non è ripreso. Ieri mattina, in consiglio comunale a Musile, l'assessore all'ambiente Alberto Teso ha anticipato i contenuti della relazione del comitato tecnico-scientifico, che prevedono una modifica significativa al progetto regionale, a partire da un'approfondita indagine conoscitiva per una selezione degli alberi da tagliare e per la salvaguardia idraulica e ambientale, anche con l'installazione di due stazioni di misurazione. «Sarà necessario fare un nuovo appalto dei lavori» prevede l'assessore Teso.
Il comitato di esperti ritiene necessario anche un Piano di gestione integrato delle aree golenali per coordinare gli interventi a lungo termine che prevedono, tra l'altro, la progressiva eliminazione delle coltivazioni di mais e delle abitazioni nella golena.
Emanuela Furlan