Progetto Veneto Orientale

Gennaio 2007

 
VIABILITA'
Il libro nero di Vivilabici aulle piste ciclabili in città

"San Donà paese delle piste ciclabili ? No, degli spezzoni di piste ciclabili. Quella che manca è una rete dei percorsi. Anziché continuare a progettare interventi spot, sarebbe necessario sistremare le piste esistenti e dare un senso ai percorsi, ad esempio facendo in modo che da ogni fraziojne sia possibile raggiungere il centro in bicicletta". A sostenerlo è Gianni Murer membro del direttivo dell'associazione Vivilabici e curatore del dossier sullo stato dei percorsi ciclabili in città redatto dal sodalizio che raccoglie gli amanti sandonatesi delle due ruote. Il "libro nero" delle piste ciclabili è stato presentato al Da Vinci. L'elenco delle cose che non vanno tracciato da Vivilabici è assai lungo: la pista ciclabile di via Battisti, prevista nel progetto iniziale di risistemazione della strada, ma poi di fatto scomparsa; il percorso ciclabile di via Nazario Sauro, che ormai il 70% dei ciclisti evita di percorrere perché costretto a fare la gimkana tra i pedoni (è una pista promiscua) e le auto che escono dai passi carrai; per non dimenticare il "caso" della pista di via Girardi, la cui costruzione sembra definitivamente abortita dopo il veto posto dall'Asl sul tracciato, o quello di via Unità d'Italia, con la messa in sicurezza ancora non attuata del sottopasso ferroviario. Ma l'intervento in assoluto più contestato è stato quello realizzato lungo via Noventa, a Mussetta. Tutta colpa del muretto in mattoni eretto dal Comune a dividere il percorso per le bici dalla strada che si è rivelato un pericolo per i ciclisti, ma anche per le auto, che ci sono già andate a cozzare con danni notevoli. Senza contare l'assoluta inadeguatezza della pista del sottopasso ferroviario di via Garibaldi. Né sono mancati i rilievi sulle piste presenti nelle frazioni. Si è parlato dei problemi di Fiorentina, Fossà e Isiata, ma soprattutto di quelli di Calvecchia. "La pista ciclabile che porta dalla caserma dei pompieri al centro commerciale Piave è una vergogna. Paradossalmente sarebbe più sicuro sopprimerla" è stato il commento. Al sindaco Francesca Zaccariotto, però, le critiche sono apparse ingenerose, tanto che ha scritto una lettera aperta al presidente di Vivilabici, Alessandro Calderan. "Posso convenire sulla preoccupazione di un territorio che per anni ha pensato ad una edilizia sfrenata, che purtroppo non è stata accompagnata da servizi e strutture. Ma - scrive il primo cittadino - ritengo di non poter accettare giudizi che ci attribuiscono un'insensibilità al problema e un modo di agire errato. Siamo stati la prima amministrazione ad obbligare ogni lottizzazione a presentare progetti di piste ciclabili e marciapiedi realizzati secondo parametri di qualità, che possano congiungersi in rete con altre piste sia urbane, a fianco delle strade, che di connettori verdi, cioè greenway, aree verdi, un'edilizia che rispecchi un'architettura ecocompatibile. Oggi da Calvecchia si può raggiungere Noventa in bicicletta. Quanto abbiamo fatto può essere criticato, integrato e sicuramente migliorato, ma credo che non abbia mai provocato danni, né al territorio né ai cittadini, che, quando mi incontrano, mi chiedono di realizzare altre piste come quelle costruite". (Giovanni Monforte)